lunedì 28 dicembre 2009

Le affiliazioni italiane fanno davvero guadagnare?

La risposta a questa domanda è molto semplice: si, ma chi ci riesce è una percentuale veramente bassissima di persone.

Perchè? Perchè il mercato italiano è POVERO.

Povero dal lato della domanda: gli italiani che comprano su internet sono veramente pochi, meno ancora quelli che usano paypal, meno ancora quelli che comprano infoprodotti.

Povero dal lato dell'offerta: focus degli editori sul guadagno online (che in Italia funziona poco e male), contenuti di scarsa qualità (a parte poche eccezioni).

Quindi chi guadagna veramente qualcosa con le affiliazioni sono quei pochi informaketer che sono riusciti, con costanza, investimenti e professionalità, a farsi un nome.
Una nota anche per loro: basta farsi pubblicità a videnda per favore! (il plurinominato e discusso/discutibile Mauro Franco almeno su questo ha ragione al 100%).

Una via d'uscita (relativamente al mercato delle affiliazioni) sembra esserci, ma bisogna andare oltre oceano: clickbank.

Un ragionamento semplicistico: domanda e offerta del mercato USA (comprendendo anche quello australiano, canadese e inglese) danno migliori garanzie (a patto di conoscere la lingua). Più prodotti sul lato offerta e più clienti sul lato domanda.

Lo testerò nei primi mesi del 2010 riportando i risultati sul mio blog.

giovedì 17 dicembre 2009

Un illuminante intervento sugli ebook Bruno Editore

Non me ne voglia l'autore, il testo è prelevato dal forum del sito alverde.net, ma è davvero illuminante nonchè da me condiviso al 100%.

Questi venditori di e-book fanno leva sulle necessità e sogni delle persone!
Ventilano, con titoli attraenti, guadagni facili e cifre spropositate.
Ma la prima e unica cifra spropositata è quella dei loro "libri". Un libro semi universitario di 500 pagine è scritto da luminari dell'argomento. Vado in libreria (costi di apertura e gestione dell'attività); me lo sfoglio con calma facendo le mie valutazioni (stampa, rilegatura, trasporto, diffusione e magari pubblicità hanno un costo); lo compro ad un prezzo di 50 € (iva inclusa).

Poi vado su internet e vedo un e-book. Mi fanno vedere il primo capitolo scritto appositamente per attrarre gli "interessati" pensando che tutto il "libro" sia così; poi scarico le 150 "pagine" che 150 pagine non sono perchè sono facciate e in un libro vero diventerebbero 75; pago 53 € (per non parlare di quelli da 150!) per un file che manco mi dà la carta stampata, quella la devo mettere io!
Poi vedo che ogni pagina ha un carattere molto grande e un'interlinea molto ampia. Faccio il calcolo dei caratteri totali e viene fuori che se fosse scritto nei canoni classici non supererebbe il volume del libretto di istruzioni della mia lavatrice automatica.

Poi mi faccio anche io la domanda: ma perchè svelare a noi poveri mortali i loro segreti?
La mia risposta è questa: perchè la gente vive di sogni, e si sogni si pagano profumatamente.
Un fattore ulteriore è che quando un mercato è saturo (vedi Ebay) e nessuno più guadagna come una volta, l'ultimo colpo di coda per avere ancora profitto e raccontare come facevano (in passato) a guadagnare facendo credere alla gente che sia ancora possibile.

La stessa cosa succede in borsa. Quando la notizia diventa di pubblico dominio e tutti si buttano nel mercato vuol dire che il mercato è già saturo. I professionisti lo sanno e diffondono volontariamente le informazioni affinche quello che loro hanno comprato a 1 lo possano vendere a 100 e liberarsene.

Gli e-book non fanno differenza.

Io ho avuto l'opportunità di leggere un solo e-book molto pubblicizzato che mi è stato prestato da un amico. Il resto del mio pensiero me lo sono fatto tramite le newsletter (altamente intrise di frasi attrattive), gli e-book omaggio, i forum di questi guru che si autocelebrano l'uno con l'altro in un disegno comune con gli stessi fini. E' il WIN-WIN, tu parla bene di me che io parlo bene di te così io vendo e tu vendi mentre mangiamo nello stesso piatto.

Sono maestri nella manipolazione (lo ammetto con una punta di invidia) vendendosi ora come immobiliaristi, ora come esperti di seduzione, ora come maestri di marketing piuttosto che di ipnosi o di AdWords. Quante qualità che hanno!
Ma una cosa resta sempre la stessa. L'alto prezzo dei loro "libri" e il metodo subdolamente manipolativo dei sogni delle persone.

lunedì 14 dicembre 2009

Cosa serve veramente per guadagnare con le affiliazioni?

Ecco la dura verità che ho sperimentato.

Guadagnare online non è una cosa semplice, è un lavoro come tutti gli altri e presuppone conoscenze, esperienze (positive o negative che siano), tempo, volontà e applicazione.

Il guadagno online non si può neanche lontanamente considerare se non si è in grado di:

1. creare e modificare pagine web (HTML),
2. scrivere testi interessanti e convincenti (copywriting),
3. prolungare l'interesse delle persone (email marketing),
4. creare un sito che sia seguito, popolare (blogging business) e accattivante (grafica)
5. ottimizzare le proprie pagine online per avere un buon posizionamento sui motori di ricerca (SEO),
6. vendere prodotti (marketing)

Il consiglio che mi sento di darvi è quello di NON ABBOCCARE a cifre di guadagno mensile a tre zeri tanto sbandierate, a chi vi dice che è semplice, a chi vi dice che non servono competenze, a chi vi dice che l'investimento iniziale è pari a zero, a chi vi dice che chiunque sappia navigare in rete sia anche in grado di guadagnare online.

mercoledì 2 dicembre 2009

Adwords solamente con Partita IVA...la fine degli affiliati?

Riporto la notizia presa dal blog di Adwords:

"Questo è un post informativo di obbligo di indicazione del numero di partita IVA. Dal 1° gennaio l'Unione Europea ci richiederà di fornire periodicamente un rapporto, denominato rapporto VIES, contenente la descrizione dei servizi che forniamo, il valore di tali servizi e il numero di partita IVA dei nostri clienti. La maggior parte di voi ha probabilmente già indicato un numero di partita IVA nel proprio account, tuttavia chi non lo avesse ancora fatto è tenuto a indicarlo entro il 1° gennaio."

Se la P.IVA diventasse obbligatoria sarebbe una doppia sconfitta: per adwords, che perderebbe tutti gli inserzionisti che non la posseggono; e per gli aspiranti affiliati che ovviamente non riuscirebbero a sopportarne i costi (a proposito, grazie Italia, come al solito).

Ho chiesto specificatamente se è possibile rimediare almeno con l'indicazione del codice fiscale, ma dal blog di adwords tutto tace.